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Dismorfofobia e capri espiatori: come prendere una pillola rossa tendente al nero

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Dismorfofobia e capri espiatori: come prendere una pillola rossa tendente al nero

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psicoterapia - 26/07/22

L'etimologia, cioè l'origine delle parole che ne dovrebbe spiegare il significato, molte volte ci azzecca. Ma a volte toppa clamorosamente.

Ad esempio, parole come xenofobo, omofobo o idrofobo dovrebbero significare una paura per qualcosa, dato che "fobos" in greco significa "paura". Ma chi è davvero xenofobo oppure omofobo, di solito non ha paura degli immigrati o degli omosessuali. Semmai prova un senso di repulsione, di intolleranza, che però non è necessariamente paura.

Così come i cani idrofobi non prendono la rabbia perché hanno "paura dell'acqua".

Invece, quella che una volta si chiamava dismorfofobia, pur non essendo propriamente una fobia, è in ogni caso un disturbo d'ansia, cioè ha a che vedere con l'emozione della paura. Ma l'ultima edizione del DSM, la 5, la ridefinisce disturbo di dismorfismo corporeo e la classifica come disturbo ossessivo. Perché, in effetti, in questo d'ansia disturbo l'aspetto ossessivo è prevalente su quello fobico.
  


È sempre un disturbo d'ansia, ma a differenza delle fobie, che comportano manifestazioni più fisiche come tachicardia, aumento della sudorazione, respiro corto e senso di oppressione al torace, le ossessioni costituiscono un'evoluzione del disturbo ansioso.

Come sappiamo, l'ossessione si basa sul bisogno di controllo. Se soffri di ossessioni, sei convinto di dover ottenere il controllo al 100% sul tuo argomento preferito.

Che può essere: gli altri, gli eventi, i tuoi pensieri, le tue certezze e convinzioni, le sensazioni corporee oppure... le tue caratteristiche fisiche.

Oppure, se soffri di dubbio ossessivo non tolleri l'incertezza, il non sapere esattamente qualcosa. Dio esiste? Da dove veniamo? Dove andiamo? Il gas, l'ho chiuso davvero?

Non potendo avvertire quella sensazione di certezza assoluta, ripeti, ritualizzi, ritorni continuamente sull'argomento. Ti fai molte volte la stessa domanda o controlli mille volte il rubinetto del gas.

Se invece ti preoccupi delle sensazioni corporee, non sopporti il non essere in grado di controllare in modo perfetto il tuo corpo. Qualunque sensazione "strana" la ritieni subito indesiderata. E ovviamente, più ti sforzi di scacciarla, più la rendi presente.

In qualunque modo l'ossessività si esprima, è sempre una forma di forte rigidità. Non sei disposto a prendere in considerazione ipotesi alternative, cioè che alcune battaglie non vale la pena combatterle. No, senti il dovere di andare giù a testa bassa come un toro, sbattendo ripetutamente la testa nel bersaglio e lamentandoti per non riuscire a sconfiggerlo.

Dimenticandoti però che il bersaglio... è qualcosa che ti sei costruito tutto da solo.

Prima ti costruisci il nemico, e poi lo combatti fino a esaurirti.

Dismorfofobia: quando il corpo non è come vorresti


Nel caso dei presunti difetti fisici, il bersaglio dell'ossessione è una parte del tuo corpo, ritenuta insopportabilmente brutta. Esempi tipici: i capelli che cadono o il naso grosso.

Un difetto lieve, che però la tua ansia perfezionistica ingigantisce e vede come enorme.

Ovviamente il discorso non si applica ai casi di gravi deformità.

La tua rigidità di pensiero è tale da farti credere che sia più facile intervenire direttamente sul presunto difetto, piuttosto che modificare o rivedere le tue granitiche convinzioni.

Perché abbandonare la convinzione che quella parte del corpo, in fondo, non sia così deforme, ti costa troppa fatica. Ormai hai deciso che è così e il mondo faccia pure quello che vuole.

E poi non dimentichiamo che la dismorfofobia è pur sempre un disturbo d'ansia, quindi è alimentato da una paura, in questo caso la paura di essere inadeguato fisicamente e magari di fare brutta figura davanti agli altri.

In un certo senso è come se il presunto difetto fisico diventasse un capro espiatorio, un simbolo della propria inadeguatezza.

Se sei dismorfofobico, la tua tentata soluzione buona per tutti i giorni consisterà nell'occultare la parte del corpo incriminata. Se perdi i capelli, ti farai il riporto o metterai la parrucca. Oppure ti spruzzerai la testa di nero, come faceva quel politico di altri tempi.

Se hai il seno piccolo ti metterai il reggiseno imbottito. Se lo hai grosso ti fascerai il torace per appiattirlo.

Se hai il naso grosso... eh, lì è più difficile. Per questo si vede ancora gente in giro con la mascherina, anche se fuori ci sono due milioni di gradi.

Ricordiamo che la tentata soluzione è il tentativo di risolvere un problema che, quando non riesce, lo alimenta. Perciò, a forza di occultare, si farà sempre più strada in te l'idea che la soluzione finale sia in realtà un'altra: i ferri del chirurgo.

Ti informerai su internet, diventerai il massimo esperto mondiale di tutte le tecniche chirurgiche per correggere il tuo difetto. Poi magari decidi davvero di operarti.

E poi che cosa succede?

Succede, di solito, che all'inizio ti sentirai davvero meglio. Ti guardi allo specchio e ti dici: "Ahhh, ora ci siamo! Ora sì che va bene!" Ma dopo qualche giorno la giostra riprende a girare. E ricominciano i dubbi. Sulla stessa parte che ti sei operato, "che il chirurgo avrebbe potuto fare meglio", oppure su un'altra parte ancora. E cominci già a pensare all'operazione successiva.

Perché la premessa (sbagliata) era che correggendo il difetto, la tua ansia sarebbe passata.

Invece il rapporto giusto è ed è sempre stato: siccome soffri d'ansia, dai troppa importanza a un difetto minimo.

L'ansia che il chirurgo non ti ha estirpato sta ancora lavorando. E troverà altri modi per tormentarti e convincerti che così come sei non vai bene. Sei brutto. Inguardabile. Ci devi lavorare ancora.

Ripetiamo, questo discorso non si applica ai casi di gravi deformità, ma ai casi in cui un difetto piccolo è visto come abnorme.

Questo tipo di mania di perfezionismo è la stessa al lavoro in molte forme di anoressia, vigoressia e ortoressia, che vedremo magari in altri video.

In breve, l'anoressia è l'ossessione per il dimagrimento, la vigoressia l'ossessione per la forma fisica e l'ortoressia l'ossessione per il mangiare salutistico.

Se soffri di dismorfofobia, in attesa di rivolgerti a uno psicoterapeuta - cosa che ti raccomando - puoi mettere in atto una esposizione graduale, facendo l'opposto di ciò che hai fatto finora: invece di nascondere il tuo difetto, lo ingigantisci ancora di più e te ne vai in giro in un centro commerciale, nell'ora in cui è più pieno di gente.

Se perdi i capelli, ti rasi a zero. Se hai il naso grosso, vai da una truccatrice e ti fai insegnare come farlo sembrare ancora più grosso, Se hai il seno piccolo te lo fasci per sembrare "piallata" e se invece lo hai grosso ti metti un reggiseno imbottito per aumentarlo di una taglia o due.

Facendo in questo modo, imparando a sopportare che gli altri ti vedano con un difetto ancora più accentuato, avrai preso una bella pillola rossa, tendente al nero. Perché capirai che agli altri, in fondo, di come sei o non sei fatto non gliene importa nulla.

E quando poi smetterai di evidenziare il tuo difetto e tornerai allo stato iniziale sarà come se il difetto fosse sparito, come per magia._


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