L'altra sera mio figlio Umberto, iscritto al primo anno d'Istituto Tecnico, stava riordinando i libri per il giorno successivo. Mi metto a sfogliare il suo libro di chimica e, preso dalla nostalgia e dalla mia vecchia passione per questa nobile materia gli domando:
-Bel libro... Ti piace la chimica?
-No - mi risponde senza esitare nemmeno un momento.
-Come, no? È bella, la chimica! - dico io. E poi, incuriosito, indago:
-E, sentiamo, che voti hai, a chimica? - Allora Umberto apre lo sportello della libreria, tira fuori la lista dei suoi voti dalla busta di plastica trasparente affissa all'interno e fa:
-Mmmh... 8 e mezzo, all'ultimo compito.
-Ah, meno male. Pensa un po' se ti piacesse...
E così, penso, forse anche lui sta riuscendo a farsi piacere le materie che in realtà non gli piacciono. Come succedeva a me quando andavo a scuola. Detestavo storia, però riuscivo a prenderci lo stesso buoni voti. All'inizio era dura ma poi, un po' alla volta, riuscivo in qualche modo a crearmi una passione temporanea per la materia, giusto il tempo per prepararmi all'interrogazione o al compito. E per un certo periodo poi continuava a piacermi davvero.
Ma forse per Umberto è diverso. Forse è solo che lui ha una memoria migliore della mia e si ricorda le cose anche senza bisogno di farsele piacere.
Comunque, ora che sono più vecchio, apprezzo anche la storia. Infatti, ora non sono più costretto a studiarla.
Oggi a pranzo domando di nuovo a Umberto:
-Tutto ok, a scuola?
-Sì. (gli adolescenti adorano parlare per monosillabi, preferibilmente a bassa voce)
-E dimmi, quali sono le materie che ti piacciono... di meno?
-Storia e geografia... - con la stessa sicurezza dell'altra sera - ...e scienze"
-Come
scienze? Nemmeno scienze, ti piace? E sentiamo, che cosa vi stanno facendo fare, a scienze?
-Stelle, pianeti... roba inutile. A che serve...?
Allora cerco di allargare un po' il discorso e sdrammatizzare:
-Ma, come, roba inutile... È roba interessante, invece! Indagare sull'universo ci aiuta a capire chi siamo, quanto grande è l'universo rispetto a noi, che siamo così piccoli e insignificanti...
-Babbo - mi risponde educatamente Umberto - se era solo per dirci questo, ce lo potevano dire anche a italiano: bastava una poesia di tre righe, non un corso di un anno.
-Già, certo. Che voti hai a storia, geografia e scienze?
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