[ |
Presto gli introversi domineranno il mondo degli affari |
] |
Il buon senso dice che le persone di successo sono
estroverse. Riescono facilmente a costruire buone relazioni, a promuovere il proprio marchio, a fare presentazioni avvincenti e a stringere molte mani con disinvoltura.
Beh, tale buon senso è
sorpassato.
Secondo tanti esperti, infatti, l'unico modo in cui le imprese possono sopravvivere e prosperare oggi è attraverso
l'innovazione, comportandosi in modo da essere costantemente e continuamente un passo avanti ai concorrenti. E gli estroversi in questo non se la cavano molto bene.
In passato, l'impresa di successo aveva bisogno sia di
introversi che di estroversi. Gli introversi (ingegneri, autori, artisti ecc.) facevano l'innovazione, mentre gli estroversi (dirigenti, personale marketing, venditori, ecc.) gestivano la
maglia finale della catena del
business.
Oggi, tuttavia, quella maglia finale sta per essere
eliminata dall'automazione. Di conseguenza, gli estroversi stanno diventando sempre meno essenziali al successo e in molti casi sono già dei rami secchi.
Prendiamo per esempio le
vendite.
Secondo l'azienda di ricerche marketing
Forrester,
un milione di venditori B2B (*) perderà il lavoro entro 5 anni, perché i sistemi di ordini online stanno diventando rapidamente
sempre più sofisticati e intelligenti.
Al tempo stesso, le imprese sostituiscono i loro canali di
vendita faccia a faccia, che favoriscono gli estroversi, con
metodi di vendita organizzati internamente, quelli cioè dove il venditore è da solo nel suo ufficio e
comunica online con i suoi clienti.
La vendita interna favorisce gli introversi, perché necessita di
molta ricerca per ottenere informazioni sul cliente, non implica l'interazione con gruppi di persone e richiede l'abilità di creare soluzioni innovative rispetto alle specifiche esigenze del cliente.
Lo stesso accade nel
marketing. In passato il personale marketing era sempre in riunione, faceva molte presentazioni, andava alle mostre e così via. Tutte attività da estroversi.
Ma oggi,
il marketing è sempre più basato sui dati. I computer ci hanno messo in grado di
misurare e quantificare qualsiasi aspetto dell'attività e il marketing sta diventando sempre più simile all'ingegneria. Un bravo addetto al marketing, oggi, sa tutto di numeri. Un introverso, perciò.
Lo stesso dicasi per
dirigenti e
leader.
Dal momento che i
team sono sempre più dispersi geograficamente, la leadership diventa sempre meno dipendente dal
carisma personale e sempre più dalle
capacità di comunicare online con efficacia.
Queste tendenze stanno andando avanti a ritmo sostenuto, dunque è lecito chiedersi se rimarrà ancora un ruolo per gli estroversi in un mondo di imprese obbligate all'innovazione, disperse e globalizzate.
Anche perché non è facile incantare le persone, via internet.
Tutte queste sono ovviamente buone notizie per gli introversi. Nella misura in cui internet promuove il cambiamento in modo sempre più accelerato, gli introversi che una volta erano relegati sullo sfondo, i topi di laboratorio, sono ora in primo piano e al centro della scena. Non hanno più bisogno degli estroversi a far loro da
mediatori.
Di tutto ciò
Steve jobs è diventato l'ovvio modello. Certo, era bravissimo a presentare i suoi prodotti, ma non poteva certo essere definito un uomo delle folle.
Infatti, molti imprenditori davvero di successo, come Bill Gates, Mark Zuckerberg e tutti quelli della stessa risma, sono introversi a tutto tondo.
Bibliografia:
Geoffrey James, 2015. Introverts Will Soon Rule the Business World. Inc. online.
(*) Le imprese B2B (
business to business, commercio interaziendale) sono quelle che vendono ad altre imprese, soprattutto elettronicamente. Si contrappongono alle imprese B2C (
business to consumer, vendita al dettaglio). Il volume d'affari delle prime è molto più elevato, dato che le imprese hanno adottato sistemi di transazione automatizzata in modo molto più consistente dei consumatori finali.
_