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Ricordare per dimenticare - Parte II |
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Il seguito di
una notizia che avevo pubblicato nel 2010, dove si evidenziava che un semplice e controintuitivo stratagemma per aiutarsi a dimenticare qualcosa consiste nel
ricordare volontariamente un evento accaduto
ancora prima di quello spiacevole.
Un nuovo studio avrebbe consolidato la scoperta del cosiddetto
effetto Homer Simpson. Il celebre personaggio dei cartoni spiega perché studiare sarebbe stata fatica sprecata, con lui: "Ogni volta che imparo qualcosa di nuovo, esso spinge fuori dalla mia testa qualcos'altro che già sapevo".
Homer non è un neuroscienziato, eppure con una battuta ha definito un fenomeno reale. Attraverso la risonanza magnetica funzionale, uno studio ha rilevato che
l'atto di richiamare ricordi visivi causa l'oblio di ricordi a essi associati.
L'effetto del dimenticare ricordando era già stato osservato e la spiegazione più plausibile, finora, era che la corteccia prefrontale
inibisce i ricordi simili per evitare di
interferire con il processo di richiamo. Fino ad oggi il fenomeno era stato però di non facile verifica.
Maria Wimber e colleghi hanno chiesto a un gruppo di volontari di fare pratica in un compito di memoria visiva, nel quale erano presentate delle parole associate ognuna con una coppia di immagini. Ad esempio, la parola "sabbia" era presentata insieme a una foto di Marilyn Monroe e la foto di un cappello. I ricercatori hanno poi esaminato il cervello dei soggetti attraverso la risonanza magnetica funzionale mentre effettuavano un ricordo selettivo, nel quale vedevano la stessa parola e dovevano indicare la prima delle due immagini associate che veniva loro in mente.
Basandosi sulle ricerche precedenti, gli studiosi hanno ipotizzato che l'effetto inibitorio summenzionato ostacolasse il ricordo di una foto a beneficio dell'altra. L'analisi delle immagini cerebrali registrate, condotto attraverso degli speciali software, insieme con i risultati empirici dell'esperimento, hanno confermato che effettivamente il cervello dei soggetti si comportava in modo da inibire i ricordi "di troppo".
Le parole venivano mostrate più e più volte, per obbligare i partecipanti a ricordare le immagini associate e a rinforzare tale ricordo. Quando un partecipante riportava che alla parola "sabbia" gli veniva in mente ripetutamente l'immagine di Marilyn, ad esempio, la foto del cappello si sbiadiva sempre più nella sua mente.
Questo effetto di
apprendimento competitivo, dove ricordi diversi competono fra loro per poter permanere in memoria, è noto da tempo anche nell'ambito di studio delle
reti neurali artificiali.
In sintesi: ricordare qualcosa cosa ne fa dimenticare un'altra a essa vicina.
Bibliografia:
Wimber, M. et al. 2015. Retrieval induces adaptive forgetting of competing memories via cortical pattern suppression. Nat. Neurosci., 18: 582-589. DOI: 10.1038/nn.3973, in: Costandi, Mo. 2015. The Homer Simpson effect: forgetting to remember. The Guardian online.
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