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Ciò che è mio è mio! Fotografato nel cervello il meccanismo anti-perdita della proprietà |
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Vi siete mai chiesti perché è tanto difficile separarsi dalle proprie cose? Un nuovo studio rivela dettagli affascinanti sugli specifici meccanismi neuropsicologici correlati alla potenziale perdita di proprietà.
Un effetto ben noto agli psicologi,
l'effetto dotazione, predice che le persone preferiscono gli oggetti che già possiedono, rispetto ad altri simili non posseduti. Tale effetto viola la
teoria economica della scelta razionale, secondo cui la proprietà non dovrebbe influenzare la preferenza. L'effetto dotazione si manifesta ogni giorno, eppure fino ad oggi gli scienziati non avevano idea di quali fossero i suoi correlati cerebrali.
Il Dr. B. Knutson e colleghi, di Stanford, hanno usato la risonanza magnetica funzionale per analizzare il cervello di soggetti mentre sperimentavano l'effetto dotazione. Ai soggetti era chiesto di comprare certi prodotti e venderne altri,
regalati loro prima dell'inizio dell'esperimento, e infine di scegliere fra altri prodotti e denaro contante.
I ricercatori hanno tenuto d'occhio tre aree cerebrali rilevanti: il
nucleus accumbens (Nacc), associato alla predizione di guadagni monetari e alla preferenza di prodotti,
l'insula, associata alla predizione di perdita monetaria, e la
meso-corteccia pre-frontale (Mpfc), coinvolta nella convalida delle predizioni di guadagno monetario fatte in precedenza.
I partecipanti hanno mostrato un'attivazione maggiore della Nacc per i prodotti preferiti, sia nelle condizioni di acquisto che in quelle di vendita. Al contrario, l'attivazione della Mpfc era correlata negativamente al prezzo durante l'acquisto, ma positivamente durante la vendita. E ancora più interessante, l'attivazione dell'area insulare destra in risposta ai prodotti preferiti ha predetto le differenze individuali nella suscettibilità all'effetto dotazione.
Presi insieme, tali risultati indicano che l'effetto dotazione non è favorito da un aumento dell'attrazione verso il possesso, ma dall'aumento percepito del
valore dell'oggetto a causa dalla prospettiva di
poter perdere l'oggetto preferito.
Dice Knutson: "I nostri risultati indicano l'esistenza di un meccanismo che crea
avversione crescente per la perdita del possesso, ad esempio durante una vendita. Allo stesso tempo indicano alle teorie economiche un modo in cui potrebbero evolversi: invece di segmentare fenomeni unitari come la scelta in componenti arbitrarie, specificando quali di queste componenti è quella che conta".
Bibliografia:
B. Knutson et al. 2011. What's Mine Is Mine: Brain Scans Reveal What's Behind The Aversion To Loss Of Possessions. Cell Press._