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Perché la prima impressione è così persistente?

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Perché la prima impressione è così persistente?

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psicoterapia - 31/01/11

Un team di psicologi canadesi, belgi e statunitensi scopre che il detto: "Non c'è mai una seconda opportunità per fare una buona prima impressione" è più di una verità letterale.

Ogni nuova esperienza che contraddice il primo impatto rimane relegata nel contesto in cui viene fatta, non in quello originale. Di conseguenza le nuove esperienze influenzeranno le nostre reazioni solo in quel contesto particolare, mentre la prima impressione dominerà ancora in altri contesti.

"Immaginate di avere un nuovo collega al lavoro e che la vostra prima impressione non sia stata favorevole" spiega il responsabile dello studio, B. Gawronski. "Alcune settimane dopo lo incontrate a un aperitivo e vi rendete conto che in realtà è una persona brava e simpatica. Capite che la prima impressione era errata, ma le vostre nuove reazioni verso il collega saranno da quel momento in poi influenzate solo nel contesto particolare di feste e aperitivi. La prima impressione resterà quella dominante su tutti gli altri."

Secondo Gawronski il nostro cervello immagazzina ogni esperienza che viola un'aspettativa come eccezione alla regola, in modo tale che la regola è considerata sempre valida eccetto nel contesto specifico dov'è stata violata.

Per indagare sulla persistenza della prima impressione, i ricercatori hanno mostrato su uno schermo a dei partecipanti informazioni positive o negative riguardo a uno sconosciuto. Più tardi, sono state mostrate informazioni che contraddicevano quelle iniziali. Per studiare l'influenza del contesto i ricercatori hanno cambiato il colore dello sfondo dello schermo rispetto a quello su cui l'impressione iniziale si era formata.

Quando dopo sono state misurate le reazioni spontanee all'immagine della persona, si è visto che le nuove informazioni, contraddittorie, influenzavano i partecipanti solo quando la foto era presentata su uno sfondo dello stesso colore di quello in cui le nuove informazioni erano state acquisite. Diversamente, le reazioni dei soggetti rimanevano dominate dalle informazioni originali, apprese con lo sfondo dello schermo di un colore diverso.

Sebbene quest'esperimento confermi la comune idea secondo cui la prima impressione è quella che conta, l'autore nota che essa può essere cambiata.

"Per fare questo è necessario che la prima impressione venga contraddetta in molti contesti differenti. In questo caso la nuova esperienza diventa decontestualizzata e la prima impressione perderà lentamente il suo potere. Ma fino a che sarà contraddetta in un solo contesto, si può fare tutto ciò che si vuole, ma la prima impressione resterà dominante anche se sfidata molte volte da nuove esperienze."

Lo studio ha ricadute in ambito clinico. Se qualcuno ha la fobia dei ragni, la psicoterapia avrà molte più probabilità di successo se le esperienze correttive avverranno in molti contesti diversi dallo studio del terapeuta.

Questo conferma la superiorità delle terapie prescrittive come quella strategica, dove s'incoraggiano i pazienti a fare esperienze fra una seduta e l'altra, su quelle non prescrittive che aspettano che tutto accada nello spazio della seduta.

Bibliografia:

R. Rydell, B. Vervliet, and J. De Houwer. 2011. Journal of Experimental Psychology: General. University of Western Ontario.
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