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Dismorfofobia: quando lo specchio diventa un nemico |
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Un naso troppo grosso, capelli troppo ricci o una voglia nel posto sbagliato. Chi non si è mai soffermato su un dettaglio "fuori posto" della propria apparenza, stando di fronte a uno specchio?
Quando queste imperfezioni arrivano a prendere il controllo della mente e diventano dominanti, si tratta di una
patologia.
Secondo uno studio del 2008, circa 350.000 canadesi soffrirebbero di una
dismorfofobia, con la prevalenza fra coloro che già soffrono di qualche altro disturbo
d'ansia.
Queste persone sono convinte che qualche parte del loro corpo sia anormale, ma non è vero. Si tratta della difficoltà a distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è. E non ha niente a che vedere con la vanità. La dismorfofobia è un disturbo per certi versi simile
all'ipocondria, che fa sì che ci si convinca di essere malati o di potersi ammalare, o
all'anoressia, dove si crede di essere molto più grassi di ciò che si è.
Tutte queste condizioni hanno in comune una tendenza
ossessiva, ovvero un'idea sgradevole che s'installa nella mente tormentando chi ne soffre. E ovviamente, più si tenta di scacciarla, più la si starà alimentando, pensandola, mantenendola in vita.
Il dismorfofobico si sofferma a lungo sulla caratteristica fisica che considera difettosa, guardandosi spesso allo specchio o chiedendo l'opinione altrui. Può arrivare a truccarsi o vestirsi in modo tale da nascondere e occultare il difetto, o rivolgersi al chirurgo per farselo rimuovere.
È come se queste persone indossassero costantemente degli occhiali con lenti deformanti. Parlano con loro stesse e si convincono di avere un problema, senza dati reali che però lo confermino. Si può arrivare al caso di persone che hanno un difetto fisico palese ed evidente, eppure preoccupate con un aspetto completamente diverso del loro corpo.
La
psicoterapia breve strategica dispone di protocolli testati ed efficaci per il trattamento di questo disturbo, come per molti altri. I trattamenti sono di solito veloci e risolutivi.
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