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Videogiochi: corse, spari e fiammate per migliorare le abilità visuali e spaziali |
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Natale è appena trascorso. Forse avete regalato una Wii, una Playstation o una Xbox ai vostri figli, una di quelle popolari console adrenaliniche per giocare, e forse prima vi sarete chiesti: "Cosa devo fare? Ci sarà qualcosa di buono in tutte quelle ore che i ragazzi trascorrono ipnotizzati da quegli affari?"
Secondo uno studio di
Current Directions in Psychological Science, una rivista in associazione con la Association for Psychological Science, i videogiocatori assidui sono dei veloci e precisi processori d'informazioni non solo durante il gioco, ma anche nelle situazioni della vita reale.
Nello studio, gli psicologi della University of Rochester Matthew Dye, Shawn Green e Daphne Bavelier hanno studiato tutta la letteratura disponibile sui video giochi, ottenendone dei risultati inaspettati. Ad esempio, hanno visto che i giocatori più avidi sono veloci non solo nel loro gioco preferito, ma anche in tutta una serie di esperimenti di laboratorio basati sui tempi di reazione.
Gli scettici riconoscono che i giocatori sono veloci, sostenendo però che diventano meno precisi via via che la velocità del gioco aumenta. Dye e colleghi hanno trovato proprio l'opposto. I giocatori non perdono precisione - sia nel gioco che nei test di laboratorio - quando vanno più veloci. Gli scienziati sono convinti che questi risultati siano dovuti a un miglioramento della cognizione visiva. Giocare ai videogiochi aumenta la performance nelle abilità di rotazione visiva, nella memoria visiva e spaziale e nei compiti che richiedono attenzione divisa.
Gli scienziati concludono che allenarsi nei videogiochi può servire a ridurre le differenze fra i sessi per quanto riguarda la cognizione visuo-spaziale e addirittura contrastare il declino cognitivo dovuto all'età.
Tutti a giocare con i propri figli, quindi.
Bibliografia:
M. W. G. Dye, C. Shawn Green, Daphne Bavelier. Increasing Speed of Processing With Action Video Games: Processing Speed and Video Games. Current Directions in Psychological Science, 2009._