ansia e panico - 07/07/22

Quando vuoi realizzare un progetto, cerchi di fare del tuo meglio. Lo intraprendi e inizi a cullare dentro di te il desiderio che le cose vadano bene, nel modo in cui vuoi tu.

E così inizi a cullare, insieme al desiderio, anche l'aspettativa che le cose debbano andare bene. Perché, se non vanno bene...

(nei puntini inserisci quello che preferisci: delusione, rabbia, perdita, sconforto, tristezza, amarezza ecc.)

Cioè fai confusione fra desiderio e paura. Fra voglia di risultato e paura del fallimento.

E questo ti rende nervoso, ti fa sprecare energie e alla fine ti rende più difficile raggiungere l'obiettivo.

Come evitare di cadere in questa trappola?



La confusione fra desiderio e paura è uno degli errori emotivi più diffusi. Dove c'è paura non può esserci piacere. E viceversa. La paura soffoca la piantina del desiderio, che non può prosperare finché rimane oppressa e offuscata dalle erbacce.

Un antidoto per uscire da questa impasse è dare per scontato che le cose vadano male, ma nel contempo fare ogni sforzo affinché vadano bene. In altre parole, imparare a differenziare pensieri e sensazioni dai comportamenti.

Due figure che fanno questo per mestiere sono il soldato e l'ingegnere.

Il soldato va in guerra sapendo che potrebbe non tornare, che potrebbe morire in battaglia. Però fa del suo meglio per battere il nemico e portare a casa la pelle.

E l'ingegnere, quando deve progettare un ponte, prenderà di certo ogni precauzione affinché non crolli. Ma si comporterà da ingegnere, sapendo cioè che i ponti, in effetti, crollano. In Italia più che altrove.

Perciò se sa che su quel ponte potranno transitare veicoli al massimo per 500 tonnellate, calcolerà il cemento armato come se dovessero passarcene 1000. Il doppio.

Questo vuol dire "fa' del tuo meglio ma preparati al peggio".

Mai sentito quell'altro detto: "Se vuoi la pace, preparati alla guerra?" Ecco, l'idea è più o meno la stessa.

Mettendo in conto fin dall'inizio che le cose potrebbero andare male, l'ansia non avrà più nulla a cui attaccarsi.

Al contrario, respingendo ed evitando l'idea peggiore - come ti insegnerebbe qualsiasi manuale di pensiero positivo da due soldi - starai dissodando tu stesso il terreno su cui potranno attecchire con facilità germogli ossessivi.

In fondo l'ossessività deriva dal perfezionismo, dall'idealizzazione, dal voler credere che la realtà possa o debba essere perfetta. Siccome puoi pensare alla perfezione, ti convinci da solo e ti illudi che la perfezione esista.

Al contrario, partendo già disilluso eviterai di illuderti, poi di deluderti e quindi deprimerti._