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Come superare la paura della guerra

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Come superare la paura della guerra

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società - 17/03/22

Hai paura che la guerra recentemente scoppiata in Ucraina possa arrivarti sotto casa? Allora questo video è per te.



Negli anni 80 c'era una bella canzone disco, "War" dei Frankie Goes To Hollywood, che diceva: "War: What is it good for?", cioè: "A cosa serve la guerra?".

Se una cosa non serve a nulla, serve a qualcos'altro, come si suol dire. Anche una guerra, per quanto inutile, tragica, stupida e distruttiva possa sembrare negli effetti, serve sempre a qualcuno, che la usa per i propri scopi.

Però ogni guerra non è mai dichiarata da quelli che poi la combattono davvero. O che la subiscono.

L'ultima in ordine di apparizione, quella in Ucraina, sta suscitando improvvisamente l'ansia di parecchie persone.

Forse anche tu sei terrorizzato dalla paura che una guerra nucleare sia ormai alle porte. Te la sogni la notte, vedi il tuo corpo vaporizzarsi sotto le bombe, al lavoro non rendi e passi le giornate a preoccuparti.

Il paranoico, invece, cugino tranquillo dell'ansioso, riconosce il pericolo, ma invece di impaurirsi prende contromisure: si riempie la casa di cibo, compra armi e munizioni, scarica ebook su come sopravvivere al fallout radioattivo e, se ha abbastanza soldi, si fa costruire un rifugio antiatomico in giardino.

Perché la guerra crea ansia


Può sembrare una domanda scontata, banale, ma bisogna tenere a mente la differenza fra ansia e paura.

È normale avere paura quando le bombe ti stanno davvero cadendo addosso.

Può essere normale una certa apprensione pensando che la guerra potrebbe arrivarti in casa.

Ciò che non è normale è avere gli attacchi di panico quando ancora non è arrivata.

Allora una domanda un po' più utile potrebbe essere: come mai, oggi, molti sono in ansia pensando alla possibilità di una guerra?

Perché, a quanto mi risulta, in passato la gente non aveva gli attacchi di panico pensando alla guerra, quando ancora non c'era, o almeno non più di quanto potesse averne pensando di poter morire a causa di un'alluvione o per un vaso di fiori caduto in testa.

Oggi però sono cambiate diverse cose.

Tanto per cominciare viviamo in una società globalizzata e iperconnessa. Le informazioni circolano molto più di un tempo e tutto ciò che accade, nel mondo, lo puoi sapere in tempo reale e con dovizia di dettagli.

Non solo dalla televisione, a pranzo e la sera, durante i telegiornali, come 30 o 40 anni fa. Lo puoi seguire continuamente, sul cellulare.

Inoltre, i progressi della scienza e soprattutto della tecnologia e la conseguente e crescente illusione di avere il controllo su tutto, che ne deriva, stanno facendo credere a sempre più persone che tutto si possa manipolare, e che ogni pericolo possa essere evitato.

Con il delirio sul controllo climatico, ad esempio, i potenti si sono convinti che non solo si debba, ma si possa ridurre di X gradi la temperatura terrestre entro tot anni, altrimenti moriremo tutti. Perciò non poteva mancare che arrivasse qualcuno a proporre che oscurando il sole potremmo evitare il surriscaldamento globale.

Il passo successivo del delirio di potenza è scontato: ti puoi illudere che persino la morte si possa evitare.

Il desiderio di controllo è una bella cosa, ma occorre tenerlo... sotto controllo.

Senza che neanche glielo dicano apertamente, il poveraccio di turno che non sa nulla di scienza e sente martellare ogni giorno cose come queste, alla televisione, si convince che sia davvero possibile fare tutto, che possa mettersi al sicuro da qualunque rischio.

Un giorno, forse, la morte potrà essere evitata, ma ancora non ci siamo arrivati.

Come venire a patti con l'idea della morte


In Messico e in altre culture la morte è stata tradizionalmente trattata come un elemento imprescindibile della vita. La morte è il rovescio della medaglia della vita, ha senso parlare di vita solo in quanto esiste la morte. E viceversa.

E quindi viene persino festeggiata.

San Francesco d'Assisi la chiamava "sorella morte".

E nel seicento, i monaci trappisti ripetevano spesso: "Ricordati che devi morire" e ogni giorno scavavano la propria tomba. E in tal modo superavano la paura della morte, perché invece di evitarla, di esorcizzarla, l'andavano a prendere e la riportavano nella vita di tutti i giorni, cioè nella normalità.

Come in ogni cura efficace dell'ansia, per superare la paura di qualunque cosa occorre confrontarsi con essa a viso aperto.

Quindi fa' come i monaci trappisti e rifletti ogni giorno sulla tua mortalità di essere umano.

"Ma è quello che faccio tutti i giorni!" dirà l'ansioso. "Sono ossessionato dai pensieri di guerra e della morte".

Certo, e infatti la differenza è proprio qui: se rimani passivo e aspetti che i fantasmi ti vengano a cercare, avrai paura. Ma se invece te li vai a cercare tu, attivamente, si spaventeranno loro e tu ne rimarrai libero.
In questo modo, usando la mente, puoi mettere sotto controllo quello che non puoi controllare._


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