Sei uno studente fuori sede all'università, a qualche ora di treno da casa tua. Ogni tanto, sempre più spesso, senti la mancanza dei tuoi cari. Babbo, mamma, fratelli, cugini.
Ti sei ambientato abbastanza bene nella tua nuova città, quella dove studi, ma non riesci a vedere per te un futuro lontano dalla tua famiglia. E senza una fidanzata del tuo paese (che magari ancora non hai).
Ti guardi attorno e vedi che gli altri ragazzi della tua età non hanno così tanta nostalgia della loro famiglia. E quindi ti chiedi: è giusto l'attaccamento che hai tu?
In effetti molti ragazzi hanno il problema opposto, quello di non sentirsi troppo controllati dalla propria famiglia.
Quando mia figlia aveva 20 anni, usciva con un gruppetto di amici dove c'era un ragazzo marcato strettissimo dalla mamma. Era sempre preoccupata che potesse succedergli qualcosa e quindi lo pedinava ovunque andassero. Uscivano, montavano in macchina davanti al portone di casa e appena svoltato l'angolo gli squillava il cellulare: "Dove sei?"
Perciò, diventato grande, ha pensato bene di andare a vivere a Milano.
Ma quando le attenzioni dei genitori sono molto presenti possono anche produrre l'effetto opposto su un ragazzo.
Possono ad esempio convincerlo che sia normale provare un attaccamento fortissimo per la propria famiglia.
E a proposito, cosa vuol dire "normale".
Perché la famiglia può certo essere il luogo dove nascono tutte le tue sofferenze. Ma può anche essere il porto sicuro, quello dove torni volentieri alla fine della giornata, il luogo dove torni sempre, anche quando vai ad abitare lontano.
Quindi rendiamoci le cose semplici nel definire ciò che è normale, anche perché le famiglie "normali" sono davvero a edizione limitata.
Stabiliamo semplicemente che una cosa è normale finché non fa soffrire né te, né gli altri.
Temperamento ed educazione
Naturalmente, la nostalgia o ansia da separazione dalla propria famiglia può nascere anche se non sei uno studente fuori sede.
Nell'esempio appena fatto si tratta più propriamente di nostalgia, perché malgrado il sentimento tu continui a stare lontano dalla tua città, dalla tua famiglia.
Un sentimento struggente, che però non ti impedisce di mantenere la lontananza.
Ma supponiamo invece che tu debba fare un viaggetto di qualche giorno. Se hai una forte sensazione negativa stando lontano dalla tua famiglia, o se sei costretto a rientrare anzitempo perché non riesci a sopportarla, o se addirittura non riesci nemmeno a partire, si tratta allora di ansia da separazione.
Che si tratti di nostalgia o di vera e propria ansia, potresti avere questa tendenza per via del tuo temperamento, cioè dalla nascita, come abbiamo visto nel video su personalità e temperamento (link in descrizione).
Ma potresti anche averla imparata in famiglia. Se i tuoi hanno sempre incoraggiato e ricompensato i comportamenti di attaccamento verso i tuoi familiari, potresti essere cresciuto credendo che fosse quella la normalità.
Conseguenze di un forte attaccamento alla famiglia
Come in quelle specie di uccelli nelle quali i figli a volte restano insieme ai genitori, per aiutarli a crescere i propri fratelli, e quindi non si accoppiano mai, anche tu potresti aver interiorizzato una specie di vocazione, il senso di una missione da svolgere nei confronti della tua famiglia.
Nell'esempio dello studente fuori sede, potresti dare per scontato che il tuo futuro sia accanto alla tua famiglia, come dicevamo all'inizio, e che quindi anche la tua ragazza dovrà essere di quelle parti.
E perciò magari ti precludi di creare e intrattenere relazioni più strette con gli altri studenti e amici che hai conosciuto nella tua nuova città.
Forse non hai nemmeno una ragazza. Perché, racconti a te stesso, se trovassi qui una ragazza poi potresti avere il problema di non riuscire a convincerla a trasferirsi nella tua città di origine.
Oppure, sei così attaccato alla tua famiglia da aver investito quasi tutta la tua carica affettiva verso di loro. E quindi nemmeno ti importa granché di avere una ragazza. Almeno per ora. Come quelle specie di uccelli.
Come cambiare
Sia che si tratti di attaccamento per temperamento, sia che tu abbia imparato a esserlo, per cambiare non è necessario conoscere esattamente le cause del modo in cui sei adesso.
È sufficiente una buona motivazione al cambiamento.
Il suggerimento principale che potrei darti è allargare i tuoi orizzonti.
La natura vuole che gli individui, appena diventano grandi, si creino la propria famiglia. Perché se nessuno lo avesse mai fatto, non sarebbe potuta esistere alcuna discendenza: dopo Adamo ed Eva sarebbero morti tutti!
Perciò potresti cercare di crearti dei legami significativi, anche solo di amicizia, là dove ti trovi adesso. Se da Messina sei andato a studiare a Roma, studiati tutti i ritrovi e i locali di tendenza che riesci a trovare a Roma e dintorni.
E poi inizia a frequentarli.
Fai conoscenze, aumenta la tua rete di relazioni, come abbiamo visto nel video sul networking (link in descrizione).
Questo non vuol dire trascurare la tua famiglia, vuol dire solo aggiungere risorse, aggiungere possibilità al tuo repertorio. Puoi continuare a volere tutto il bene che vuoi alla tua famiglia e anche ad altre persone.
Cambiare, in psicoterapia, consulenza psicologica o coaching, non vuol dire smettere per sempre di essere in un modo e iniziare a essere solo in un altro.
Vuol dire aggiungere nuove modalità comportamentali a quelle già esistenti, con annessa possibilità di scegliere se usare le vecchie o quelle nuove, a seconda del bisogno.
Nessun comportamento è sempre giusto o sempre sbagliato, semmai solo limitato. Limitato a circostanze precise. In altre circostanze possono essere più adatti altri comportamenti.
Tuttavia, per onestà devo dirti che le personalità facili all'attaccamento, o addirittura alla dipendenza affettiva, spesso richiedono un certo tempo per essere cambiate. Perciò, se stai soffrendo di questo problema potresti trovare utile rivolgerti direttamente a uno psicoterapeuta.