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I ricordi più vividi? Subito prima di morire | Esperienze di pre-morte

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I ricordi più vividi? Subito prima di morire | Esperienze di pre-morte

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neuroscienze - 25/02/22

Secondo una credenza diffusa, un attimo prima di morire tutta la vita ti passerebbe davanti agli occhi, in forma condensata. Proprio in questi giorni è stato pubblicato uno studio in cui alcuni medici hanno registrato le onde cerebrali di un anziano paziente morente, scoprendo che erano le stesse di quando qualcuno sta sognando o richiamando dei ricordi in modo molto vivido, o meditando.



È la prima volta che le onde emesse da un cervello umano in punto di morte vengono registrate, e come molte scoperte scientifiche è successo per caso, come racconta il Dr. Zemmar, uno dei medici del team.

L'anziano paziente soffriva di epilessia, e per questo era collegato all'encefalografo, la macchina usata per registrare le onde cerebrali.

Purtroppo, l'uomo ha avuto un attacco cardiaco e successivamente è deceduto, dando modo al personale di registrare tutto.

Siamo lontani dal poter capire che cosa stesse pensando davvero quell'uomo, in punto di morte.

Forse ai suoi figli, o a sua moglie. Ai momenti belli passati insieme a loro.

Ma potrebbe anche essersi trattato di ricordi spiacevoli. Dopo tutto, ciò che è memorabile varia da persona a persona.

Zemmar racconta che nei 30 secondi dopo che il cuore di quell'uomo si è fermato, il cervello ha prodotto segnali elettrici uguali a quelli emessi in situazioni di alta concentrazione, o meditazione, o di richiamo di ricordi alla memoria.

Questo ci porta anche a chiederci quando è, esattamente, che una persona può essere dichiarata morta.

Un solo caso, di un uomo solo, è ancora troppo poco per trarre qualsiasi conclusione.

D'altra parte, è possibile anche vedere la cosa dal punto di vista opposto: se è successo una volta, potrebbe trattarsi di un fatto comune.

E infatti nel 2013 lo stesso esperimento, in modo stavolta intenzionale, è già stato condotto sui topi, mostrando lo stesso identico risultato: nei 30 secondi successivi all'arresto cardiaco il cervello ha continuato a funzionare in uno stato di attivazione maggiore, come nell'estremo tentativo di sfuggire all'inevitabile.

Le esperienze di pre-morte (NDE, near death experiences)


Sono molti i resoconti di persone arrivate vicine alla morte, e poi tornate indietro, e tutti hanno gli stessi punti di somiglianza. Il tunnel, le luci, le sensazioni di gioia e felicità, vedersi al di fuori del proprio corpo, l'impressione di essere circondato dai propri cari già deceduti.

Dal punto di vista psicologico alcuni di questi aspetti possono essere spiegati in base alle credenze della persona: ad esempio, se tu credi in una vita oltre la morte e nel paradiso, potresti aver voglia di vedere confermate le tue convinzioni, come abbiamo visto nel video sulle profezie che si autoavverano (link in descrizione).

Vederti al di fuori del corpo, cioè il fenomeno che in psicopatologia è chiamato depersonalizzazione può essere interpretato come il tentativo di sfuggire a ciò che sta accadendo: il mio corpo sta morendo, ma "io" no! Io me ne vado altrove. Anima compresa.

E infatti la depersonalizzazione, oltre che un disturbo a sé stante, è un sintomo che si ritrova in molti stati ansiosi: hai così paura di ciò che senti, da arrivare a straniarti, a fuggire da te stesso.

Precisazione: a scanso di equivoci e prima che ti faccia crescere una nuova paura, se soffri di depersonalizzazione, non vuol dire che stai morendo!

Oltretutto l'abilità di vedersi dall'esterno è anche una tecnica che può essere usata in modo deliberato e perfettamente utile per ottenere un punto di vista più obiettivo.

Se tu ad esempio soffri di fobia sociale, allenarti mentalmente a immaginarti come tu che vedi te stesso interagire con le altre persone, di solito fa diminuire la sensazione di ansia.

Ma dal punto di vista del substrato neurologico, invece, quello che sembra accomunare tutti i resoconti delle esperienze di pre-morte è appunto un maggior stato di attivazione, o di eccitazione del cervello.

Infatti, la visione di luci e immagini vivide indica probabilmente una forte attivazione delle aree della corteccia visiva, nel cervello.

E questa è la dimostrazione di un'idea risaputa: in circostanze pericolose, poco familiari o confondenti il cervello è sovrastimolato e sovraeccitato.

Come in quei film, quando l'eroe di turno che sta scappando dai suoi assassini dice a se stesso: "Pensa, pensa, pensa!"

È proprio nelle situazioni difficili che hai bisogno di fare appello a tutte le tue capacità. Questo la natura lo sa, è per questo cerca di aiutarti, fin che può.

Tratto da:

H. Honderich, 24/02/22. Life may actually flash before your eyes on death. BBC online.
(https://www.bbc.com/news/world-us-canada-60495730)

R. Morelle. 13/08/13. Near-death experiences are 'electrical surge in dying brain'. BBC online.
(https://www.bbc.com/news/science-environment-23672150)
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