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Respingiamo di più le prove che vengono dalla psicologia che dalle neuroscienze

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Respingiamo di più le prove che vengono dalla psicologia che dalle neuroscienze

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neuroscienze - 27/02/15

(anche quando le prime sono più affidabili)

Immaginate un politico del partito per cui votate, nei guai perché sorpreso a commettere malversazioni. Esami condotti da un esperto concludono che è affetto da un Alzheimer all'esordio. Se la diagnosi è corretta, il politico deve essere rimosso dall'incarico e sostituito con un candidato di parte politica opposta.

Questo lo scenario proposto ai partecipanti di uno studio di Geoffrey e Cinthia Munro. Ma con un risvolto fondamentale: a metà dei 106 partecipanti è stata fatta leggere una versione della storia in cui l'esperto basa la diagnosi su dettagliati test psicologici cognitivi. L'altra metà ha invece letto una versione in cui l'esperto usa immagini cerebrali riprese con la tecnica della risonanza magnetica nucleare (RMN). Tutti i rimanenti dettagli della storia erano identici.

Nell'insieme, le prove offerte dalla RMN sono state trovate più convincenti dei test cognitivi.

Ad esempio, il 69,8% dei soggetti che ha letto la storia dove la diagnosi era basata sulla RMN ha dichiarato di trovare convincente la diagnosi, mentre solo il 39,6% di coloro a cui è stata fatta leggere la versione della diagnosi basata sui test cognitivi ha dichiarato di trovarla convincente.

I dati della RMN sono stati considerati più obiettivi, validi e affidabili. Del totale dei soggetti che hanno espresso scetticismo, più del 15% di coloro che ha letto la storia dei test li ha ritenuti inaffidabili, mentre nessuno dei soggetti che ha letto l'altra storia ha dichiarato di trovare la RMN inaffidabile.

Nella realtà corrente, la diagnosi di Alzheimer è sempre condotta per mezzo di test cognitivi. La RMN è usata solo per escludere altre possibili spiegazioni ai risultati prodotti dai test.

I ricercatori sostengono che l'esperimento mostra la fede ingenuamente prestata dalle persone alle immagini cerebrali: "Confrontando le istruzioni molto dettagliate dei manuali che corredano i test cognitivi con l'assenza di criteri operativi formalizzati che guidino l'interpretazione clinica della RMN cerebrale nella diagnosi delle malattie, la percezione che la RMN sia immune a problemi di affidabilità rende perplessi".

E i soggetti che hanno dichiarato di identificarsi fortemente con le idee politiche espresse dall'ipotetico malversatore?

In questo gruppo di soggetti, i ricercatori hanno visto che la forbice fra la fiducia nella RMN e la sfiducia nei test è stata massima. In altre parole, quando gli studenti erano molto motivati a non credere alla diagnosi di Alzheimer, quelli che hanno visto il proprio "rappresentante politico" valutato attraverso dei test si sono dimostrati sprezzanti nei confronti del metodo, mentre quelli che avevano letto la storia della RMN hanno mostrato livelli di fiducia simili a quelli dei loro colleghi meno di parte.

Gli autori concludono affermando che le persone sono più disposte a non dar credito a prove psicologiche sgradite di quanto lo siano a scontare prove basate su dati cerebrali.

I risultati dell'esperimento si aggiungono ad altri precedenti, dove si dimostra il pregiudizio diffuso a favore delle scienze "dure" e contro la psicologia.

Ad esempio, gli studenti di medicina credono che le lezioni di psicologia che devono seguire siano "all'acqua di rose" e pensano che la psicologia sia meno importante delle altre scienze della natura. I bambini valutano le domande su argomenti di psicologia come "più facili" rispetto a domande di chimica o biologia. E la testimonianza di esperti a supporto di una difesa di infermità è vista come meno convincente quando fornita da psicologi che da psichiatri.

I ricercatori raccomandano che il loro lavoro sia esteso ad altri contesti, per sondare più in profondità il fascino esercitato dalle neuroscienze: "La necessità per il grande pubblico di valutare accuratamente il metodo scientifico usato dalla psicologia è importante, soprattutto nelle situazioni reali, di tutti i giorni, in cui le convinzioni forti o l'identificazione con specifici gruppi sociali rende le persone prone a non dar credito alle informazioni provenienti dalla psicologia".

Bibliografia:

Wired online. 2015. People Are More Willing to Dismiss Evidence From Psychology Than Brain Science.
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