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Elisir di lunga vita? Non è quello che ti aspetti |
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Sorridi. Non preoccuparti. Non lavorare troppo. Buoni consigli per una lunga vita? E invece no. In un sensazionale studio sulla
personalità come predittore di longevità, dei ricercatori dell'Università della California scoprono proprio
l'opposto.
"È stupefacente come certi stereotipi - sia della gente comune che degli scienziati - possano rivelarsi sbagliati" dice H. S. Friedman, professore di psicologia e leader di uno studio longitudinale durato ben
20 anni.
Gli autori hanno esaminato, raffinato e completato dati raccolti da Louis Terman, psicologo a Stanford e successivi ricercatori, su più di 1.500 bambini che avevano circa 10 anni quando hanno iniziato a essere studiati, nel 1921.
"Probabilmente la scoperta più straordinaria che abbiamo fatto è stata che le caratteristiche di personalità e le relazioni sociali dell'infanzia sono in grado di predire la mortalità più avanti negli anni" conclude Friedman.
Il
Progetto Longevità, com'è stato denominato, ha seguito i bambini nelle loro vite, raccogliendo informazioni sulla storia familiare, relazioni, valutazioni di personalità d'insegnanti e genitori, hobby, animaletti domestici, successo professionale, livello d'istruzione, servizio militare e numerosi altri dettagli.
"Quando iniziammo, eravamo frustrati e insoddisfatti dello stato attuale della ricerca sull'influenza delle differenze individuali su
stress, salute e longevità. Era chiaro che alcuni individui sono più soggetti alle malattie, hanno bisogno di più tempo per recuperare e muoiono prima, mentre altri della stessa età riescono a prosperare. Ogni sorta di spiegazione veniva proposta:
ansia, mancanza d'esercizio, carriere sfiancanti, rischi eccessivi, assenza di fede religiosa, asocialità, gruppi sociali disintegrati, pessimismo, scarso accesso alle cure mediche e schemi
comportamentali di tipo A. Ma nessuno di questi fattori era stato ben studiato sul lungo periodo. In altre parole, nessuno studio longitudinale aveva tenuto traccia di questi fattori per un tempo considerevole su un campione significativo di persone."
Quando Friedman e colleghi iniziarono il loro studio nel 1991, stabilirono di passare 6 mesi ad analizzare i predittori di salute e longevità fra i partecipanti dello studio Terman.
Invece il progetto proseguì per 20 anni, in parte finanziato dall'Istituto Nazionale per l'invecchiamento, coinvolgendo più di 100 studenti universitari per tenere traccia dei certificati di morte, valutare interviste e analizzare decine di migliaia di pagine d'informazioni.
"Siamo giunti a una nuova comprensione su salute e felicità. Uno dei risultati che ci ha davvero stupefatti è che gli individui del
Progetto Longevità più allegri e dotati di miglior senso dell'umorismo da bambini hanno vissuto
di meno, in media, di quelli meno giocherelloni. Sono stati gli individui
più prudenti e persistenti ad aver conservato la
buona salute e ad aver
vissuto più a lungo.
Parte della spiegazione sta nei comportamenti. Gli individui allegri e ottimisti tendono ad assumersi
più rischi riguardo alla loro salute, nel tempo.
"Mentre un approccio ottimistico può tornare utile durante una crisi, dare troppo spesso per scontato che 'tutto andrà bene' può essere pericoloso, perché può far trascurare aspetti importanti nel mantenimento della buona salute. Prudenza e persistenza, invece, portano importanti vantaggi anno dopo anno. Abbiamo scoperto che la felicità non è la radice della buona salute, piuttosto
felicità e buona salute procedono di pari passo perché possiedono
radici comuni".
Molto di ciò che è stato scoperto in questo studio va esattamente contro al cosiddetto buon senso:
| Il matrimonio può essere buono per gli uomini, ma per le donne non conta nulla. Gli uomini sposati stabilmente sono stati capaci di vivere oltre 70 anni, meno di 1/3 degli uomini divorziati hanno vissuto fino a 70 anni e gli uomini mai sposati sono sopravvissuti a quelli risposati e ai divorziati - ma non hanno vissuto a lungo come quelli sposati. |
| Divorziare è molto meno dannoso per le donne. Le divorziate non risposate hanno vissuto quasi quanto le sposate in modo stabile. |
| "Non lavorate troppo, non vi stressate" non funziona come elisir di lunga vita. Nello studio di Terman, i soggetti più coinvolti e impegnati nel loro lavoro sono quelli che hanno vissuto più a lungo. Gli uomini e le donne produttivi in modo continuativo hanno vissuto molto più dei loro colleghi più pigri. |
| Andare a scuola troppo presto, prima dei 6 anni, è un fattore di rischio aggiuntivo di mortalità. Disporre di tempo sufficiente per il gioco e potersi relazionare con i compagni di gioco è molto importante per i bambini. |
| Giocare con gli animali domestici non è associato a una vita più lunga. Gli animali domestici possono talvolta aumentare il benessere, ma non sono un sostituto degli amici. |
| I reduci di guerra hanno meno probabilità di vivere una vita lunga, ma lo stress psicologico provocato dalla guerra sorprendentemente non è di per sé una minaccia alla salute e alla longevità. Piuttosto, la colpa è della cascata di eventi che a volte ne consegue. Chi riesce a trovare un significato in un evento traumatico ed è capace di ristabilire il proprio senso di sicurezza, di solito riacquista una buona salute. |
| Le persone che si sentono amate e ben volute riportano un senso di maggior benessere, ma ciò non le aiuta a vivere più a lungo. Invece, il vantaggio maggiore delle relazioni sociali consiste nell'essere coinvolto con gli altri e nell'aiutarli. I gruppi sociali nei quali entriamo a far parte spesso determinano il tipo di persona che diventeremo, sana o in cattiva salute. |
Non è mai troppo tardi per scegliere un modo di vita più sano, dicono Friedman e colleghi.
Il primo passo è buttare via la lista e smettere di preoccuparsi delle preoccupazioni.
"Molti dettagli con cui ci preoccupiamo, credendo che ci aiuteranno a vivere vite lunghe e felici, come il rapporto fra acidi grassi omega-6 e omega-3 nei cibi che consumiamo, sono in realtà specchietti per le allodole, dei distrattori che ci fanno deviare dalla strada principale. Quando riconosciamo in noi stessi dei temi ricorrenti capaci di farci vivere una vita sana o insana, possiamo massimizzare quelli più vantaggiosi. Pensare al cambiamento come compiere dei "passi" è un'ottima strategia. Non possiamo cambiare grosse cose di noi dal giorno alla notte, ma fare piccoli passi, e poi ripeterli, può aprirci la strada verso la longevità."
Bibliografia:
H. S. Friedman, L. R. Martin. 2011. University of California, Riverside. Keys to long life? Not what you might expect._